Abusi edilizi, Google Earth può essere usato per accertarli

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Abusi edilizi, Google Earth può essere usato per accertarli

Con una serie di recenti pronunce, la Corte di Cassazione ha confermato che le immagini di Google Earth sono equiparabili ai rilievi aerofotogrammetrici e che pertanto configurano a tutti gli effetti le prove per individuare un abuso edilizio.

L’abuso edilizio

Tra le ultime sentenze di maggiore rilievo in questo ambito c’è quella n. 39087/2022, relativa al caso di una condanna ex art. 44 lett. b) del T.U.E. per la realizzazione di un intervento edilizio che ha comportato la trasformazione di una piccola casa di un piano abitabile, in un immobile sviluppatosi su due piani, con la realizzazione di vani in ampliamento che risultano essere completamente abusivi, di cui uno destinato a cucina e l’altro a disimpegno, oltre ad ulteriore vano WC, per una superficie in ampliamento che risulta essere raddoppiata e per un volume in ampliamento pari a 49 metri cubi.

Da questi lavori è dunque derivata un’opera che è percettibilmente diversa, con un corpo di fabbrica abitabile che si estende sul piano copertura e che non può essere paragonabile al piccolo locale lavanderia che era stato originariamente previsto, per cui la libera disponibilità dei manufatti è stata ritenuta idonea a permettere la protrazione delle conseguenze del reato realizzato.

Google Earth può provare l’abuso edilizio

In questa circostanza, il consulente del Pubblico Ministero, visionando le immagini che sono state ottenute dall’accesso a Google Earth, ha evidenziato come alla data del 20 luglio 2018 l’ampliamento volumetrico al secondo piano fosse assente, e che invece con il fotogramma del 20 giugno 2020 venisse rilevata la sua chiara presenza.

Peraltro, non è questa l’unica prova che è stata utilizzata per corredare l’abuso edilizio: ci sono infatti anche lo stato dei luoghi che si può desumere dalla presentazione della CILA in data 22 marzo 2019, che risulta essere costituito dal solo piano lavanderia, e dalla successiva lettera di dimissioni che è stata presentata dal direttore dei lavori, datata 16 novembre 2020, in cui si dichiara di voler lasciare l’incarico per la presenza di alcune difformità che erano state riscontrate rispetto al titolo abilitativo.

Sulla base di questi elementi, i giudici sono dunque giunti alla conclusione logica secondo la quale gli ampliamenti abusivi realizzati al secondo piano erano evidentemente avvenuti non prima dei lavori di ordinaria manutenzione di cui alla comunicazione di inizio lavori del marzo 2019.

Premesso che i rilievi di Google Earth sono solamente uno degli elementi che il Tribunale ha utilizzato per la valutazione complessiva, la Corte ha precisato come in tema di prove i fotogrammi scaricati dal sito internet Google Earth sono prove documentali pienamente utilizzabili ex art. 234 co. 1, c.p.p. o art. 189 c.p.p., poiché rappresentazione di fatti, persone o cose.

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