Mutui casa, confermate previsioni tassi bassi dopo ultima riunione BCE

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Mutui casa, confermate previsioni tassi bassi dopo ultima riunione BCE

L’ultima riunione del 2019 della BCE ha coinciso anche con il primo meeting capitanato da Christine Lagarde. Al di là del cambio del timoniere all’Eurotower, è evidente come l’ombra di Draghi si stia ancora dipingendo su Francoforte. Dunque, come era lecito attendersi, la riunione si è conclusa senza alcuna modifica ai tassi di interesse di riferimento: il tasso di rifinanziamento principale è rimasto stabile allo 0,00%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale è invariato allo 0,25% mentre quello sui depositi si ferma a – 0,50%.

Insomma, il costo del denaro rimane cristallizzato, e così dovrebbe essere anche in futuro, visto e considerato che la BCE non vuole ritoccare i tassi fino a quando l’inflazione non si avvicinerà al proprio target, il 2%. Ma come possiamo tradurre tali spunti sul fronte dei tassi sui mutui?

Tassi BCE fermi ancora a lungo

Con Lagarde che ha nuovamente ribadito che i tassi di interesse di riferimento per la BCE non si muoveranno fino a quando il quantitative easing (il piano di allenamento monetario che – tra le varie misure – ha previsto l’acquisto di titoli di debito statali per 20 miliardi di euro al mese) non avrà fine, c’è da scommettere che i tassi BCE rimarranno su tali soglie, o su soglie inferiori, ancora a lungo.

L’esaurimento della spinta propulsiva del QE non è infatti ravvisabile all’orizzonte e, pertanto, tutto lascia presagire che davanti a noi abbiamo un percorso di tassi ai minimi storici per quanto attiene le operazioni BCE. E per l’Euribor?

Euribor, valori ancora negativi nel 2020

L’attenzione degli analisti (e dei mutuatari!) è tuttavia incentrata soprattutto su ciò che potrebbe accadere all’Euribor, nella considerazione che è questo il parametro a cui sono maggiormente indicizzati i tassi variabili dei mutui casa.

Tuttavia, anche in questo caso le considerazioni sembrano essere piuttosto confortanti per chi ha intenzione di indebitarsi: i futures sull’Euribor, che costituiscono una misura sulla possibile evoluzione del parametro, prevedono infatti che dall’attuale livello di -0,40, il parametro dovrebbe scendere a -0,55 entro giugno 2021.

Primi segnali di aumento dell’Eurirs

Concludiamo questa breve panoramica sull’evoluzione dei tassi con un richiamo all’Eurirs, il parametro assunto come riferimento per le linee di credito a tasso fisso. Ebbene, anche se i mutui a tasso fisso continueranno ad aggirarsi su condizioni economiche prossime ai minimi storici, non sfugge che da agosto ad oggi gli indici Eurirs abbiano intrapreso una graduale strada di sviluppo del proprio livello, rendendo dunque un po’ più oneroso indebitarsi a tasso fisso, a parità di spread bancario.

Certo, non parliamo di incrementi vertiginosi, tali da poter mettere in discussione la convenienza a optare per un mutuo a tasso fisso sulle scadenze più estese, ma pur sempre di un segnale che dovrebbe consolidarsi nel prossimo anno, quando è ben possibile che andremo incontro a nuovi ritocchi verso l’alto dei tassi fissi.

Vedremo, tra qualche mese, se tali intuizioni avranno trovato conferma, o se il comparto dei mutui ci avrà regalato qualche inattesa sorpresa.

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